La nostra visione

Non disegniamo una società ideale. Diffondiamo una cultura di autentica interiorità, da cui soltanto possono evolvere le nostre società.

Visione storica

Nella società contemporanea, il concetto di leadership è cambiato in modo irreversibile. Non può più essere il carisma e la proiezione di un individuo verso il suo riferimento a spingere e stimolare l’evoluzione esistenziale. Il tempo dei Re o dei Padri Spirituali, dei Guru o dei più recenti motivatori carismatici di ogni sorta si è concluso con internet e con i social network. Viviamo nell’illusione di poter avere una opinione degna di nota e di poter infangare anche i migliori, sempre. Il concetto di individuo, nella sua accezione storica più suggestiva, non è più vendibile, non si può più parlare di umanesimo ricercandone il senso nella vita individuale di una persona, per quanto essa sia speciale o evoluta interiormente. Chi non coglie questo segno della “evoluzione culturale” farà fatica ad affermare una idea di uomo adeguata alle sfide di questo tempo.
Oggi l’essere umano non può più assurgere a verità illuminata senza capire che è la verità della vita ad usare l’essere umano e non viceversa. Bisogna superare l’idea del saggio e aprirsi all’idea di una saggezza che usa i saggi, l’idea viva di una cultura che viaggia nella storia umana e che si incarna di tempo in tempo negli attimi di vita di quei viventi che la sanno ospitare facendosi strumento per la sua rivelazione. L’essere umano come strumento e mediatore di un pensiero perenne, questo va affermato. La vocazione ad ordinarsi per farsi mezzo della creazione in atto, questo va stimolato.
Questa visione culturale supera l’idea dell’individuo come padrone della propria vita per portarlo a contatto con il senso di trascendenza che è requisito necessario per la affermazione di un umanesimo nuovo. Definiamo questo umanesimo “perenne”, per sottolineare quanto lo stimolo offerto dalla cultura digitale sia accolto in pieno nella volontà di evolvere e centrare ancora più profondamente il pensiero eternamente vivo, presente in tutti i grandi umanisti della storia. Queste persone meravigliose e straordinarie non servono più come rivelazione ma ci servono come esempio per una rivelazione che è possibile a tutti, a partire dalla necessaria umiltà del conoscersi.

Visione filosofica

Fin dagli esordi del pensiero filosofico, l’identità umana è stata declinata in tre dimensioni concentriche: ontologia, etica, estetica.
Al centro, l’idea ontologica della persona, la ricerca della sua verità interiore. Subito oltre, la dimensione etica, ovvero la ricerca del buon rapporto con gli altri. Infine, la dimensione estetica, in cui finalmente cogliere il senso dell’esistenza come atto di bellezza. Del resto, le caratteristiche dell’Essere sono proprio tre: vero, buono, bello.
La tensione, a volte assoluta ed altre relativa, di quelle tre dimensioni caratterizza la cultura e la morale di ogni epoca umana.
Leggendo la storia dell’umanità emerge un «discorso», un «pulsare continuo» che accompagna tutte le epoche. Questa trama è tessuta per il tramite di quelle donne e quegli uomini che hanno saputo incarnare in pensieri e azioni il desiderio di comprendere se stessi, trovando nell’incontro con l’altro l’opportunità di realizzarsi. Questa nota di fondo è l’Umanesimo Perenne.
Si distingue dall’Umanesimo storico perché, in quel particolare fulgido momento della storia umana, la visione etica era assoluta, proprio come quella moderna. L’Umanesimo Perenne, invece, libero dal vincolo dogmatico delle religioni, si declina sotto forma di amore e rispetto delle diversità altrui e supera il bisogno di affermarsi come supremazia culturale di un popolo verso gli altri: non dobbiamo cercare di disegnare una società ideale, ma piuttosto diffondere una cultura di autentica interiorità, da cui soltanto possono evolvere le nostre società.

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